Skyline Milano: Raul Montanari

Per lo scrittore Raul Montanari Milano è croce e delizia. È la sua città da quando vi si trasferì a tre anni con la famiglia ed è fonte di ispirazione, laboratorio sociale e scenario dei suoi romanzi. Come tutte le città amate e intensamente vissute è centro dei suoi affetti e dei suoi ricordi, ma anche vittima delle sue critiche. «Spesso – confessa – quando mi chiedono di Milano non riesco a non dire sempre alla fine qualcosa di negativo». Quattordici romanzi all’attivo per i maggiori editori italiani centinaia tra racconti, traduzioni, saggi e articoli. Montanari è un autore prolifico e intenso che, caso raro per uno scrittore, nel 2012 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro, la massima onorificenza civica di Milano. «Le due grandi eccellenze milanesi – spiega lo scrittore – sono sempre state da una parte “il fare”, i successi nell’imprenditoria, nell’industria, nel terziario avanzato e dall’altra sicuramente l’impegno nel sociale, una cosa che ci rende sicuramente Milano simpatica e che fa perdonare alcuni aspetti glaciali, algidi nel suo modo di presentarsi. Infatti difetta in maniera evidente di qualcosa che con un termine un po’ abusato, ma valido possiamo definire il calore, cioè il senso di una vicinanza fisica ed emotiva forte con chi è il tuo prossimo». «Si dibatte spesso – prosegue – sulla bellezza di Milano. C’è stato negli ultimi anni un vero e proprio scatto in avanti con la costruzione di grattacieli che hanno cambiato lo skyline della città e rappresentano il cambiamento più evidente della città e hanno reso Milano sicuramente più appetibile agli occhi di chi viene da fuori. Ma Milano ha però una tradizione di bellezza molto riservata. È sempre stata una città borghese e la borghesia tradizionalmente tende a nasconde la ricchezza, per motivi banalmente fiscali, ma soprattutto per motivi culturali. La borghesia la bellezza la mostra nei cortili. E così i famosi cortili di Milano spesso sono molto più belli e sorprendenti delle facciate dei palazzi che li nascondono. È una città dalla bellezza in parte nascosta». «E questo – dice Montanari – per me non è un difetto, ma un elemento di fascino».